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L’ipocondria è la paura di avere malattie. Essa stessa va curata per non farsi suggestionare.

Chi soffre di ipocondria tende a interpretare le normali sensazioni corporee come segni di malattia grave, nonostante la mancanza di prove a sostegno di tali preoccupazioni. 
L’ipocondria può portare a una serie di disturbi psicosomatici, in quanto i sintomi fisici percepiti sono influenzati da fattori psicologici. I soggetti ipocondriaci possono fare frequenti visite mediche, richiedere numerosi esami diagnostici e cercare costantemente conferme sulla loro salute. Nonostante gli esami medici non rilevino alcuna malattia significativa, le preoccupazioni persistono. 
Dal punto di vista psicologico, l’ipocondria può essere associata all’ansia e all’ossessione sulla propria salute. Le persone affette possono sperimentare sintomi come ansia costante, attacchi di panico o attacchi d’ansia conseguenti alla paura di avere una malattia grave e difficoltà a concentrarsi su altro che non sia la propria salute.
Nel DSM-5 l’ipocondria è stata classificata come Disturbo da Ansia di Malattia. La persona affetta da ipocondria attribuisce un significato eccessivo ai propri sintomi, temendo di avere una malattia grave o una condizione medica sottostante. Una lieve e momentanea tachicardia può, per esempio, portare alla cardiofobia.
Il Disturbo da Ansia di Malattia richiede che la preoccupazione per la salute sia persistente e causi un significativo disagio o interferenza nella vita quotidiana del soggetto, il quale può per esempio:
1) cercare ogni giorno i propri sintomi su internet
2) effettuare continue visite mediche 
3) sottoporsi a numerosi esami diagnostici
4) cercare rassicurazione presso conoscenti e familiari
5) evitare di andare dal medico, anche per i controlli di routine.
La preoccupazione eccessiva deve durare almeno sei mesi per soddisfare i criteri diagnostici. 
Il delirio ipocondriaco è un sintomo psicotico caratterizzato da una convinzione delirante persistente di essere malato, gravemente ammalato o addirittura che un proprio organo sia morto o marcio. 
Le persone con ipocondria psicotica possono trarre conclusioni errate da piccoli segni o sensazioni corporee normali, sovradimensionando il loro significato e attribuendoli a malattie gravi o malattie mortali o all’idea che alcune parti del corpo siano non funzionanti. 
I soggetti affetti da questo genere di ipocondria patologica sono convinti di avere malattie incurabili o di essere morte, nonostante le prove mediche contrarie. Il delirio ipocondriaco può manifestarsi in diversi modi: alcune persone possono affermare di non avere più un cuore o di avere parti del corpo mancanti, altre possono credere di essere invulnerabili a qualsiasi forma di danno fisico o che le loro funzioni vitali siano completamente interrotte. 
Questa condizione può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana della persona e associarsi ad ansia, depressione, isolamento sociale e comportamenti autolesionistici. Una persona con ipocondria psicotica non riesce a mettere in discussione le proprie idee, che risultano molto resistenti al cambiamento.
È importante distinguere il delirio ipocondriaco dalla comune ipocondria, in cui le persone hanno paura delle malattie e di morire (tanatofobia) ma senza avere convinzioni deliranti. 
Il delirio ipocondriaco è una condizione più grave e richiede un intervento clinico specializzato che può includere l’uso di farmaci antipsicotici, interventi terapeutici e il coinvolgimento di un team di professionisti della salute mentale.
Patofobia, nosofobia e ipocondria sono termini che hanno un significato simile, ma vediamo quali sono le differenze che li contraddistinguono.
La nosofobia e l’ipocondria sono entrambe condizioni in cui una persona ha una preoccupazione eccessiva per la propria salute. La nosofobia si riferisce però alla paura irrazionale di una malattia specifica, come la paura di avere un tumore, l’HIV, il morbo di Alzheimer o altre condizioni specifiche. 
La patofobia è la paura irrazionale e persistente di ammalarsi o di contrarre una malattia mortale, anche in assenza di sintomi o segni di malattia. Questa paura può interferire con la vita quotidiana e portare a comportamenti evitanti o ipervigilanza costante per segni di malattia.
In sintesi, sia nosofobia che patofobia possono essere presenti nell’ipocondria come in altre condizioni di salute mentale in cui è presente una costante preoccupazione per le malattie (ad esempio il disturbo da sintomi somatici o il DOC con ossessioni somatiche).
L’ipocondria e il disturbo da sintomi somatici (DSM-5) sono due termini che si riferiscono a condizioni in cui una persona manifesta una preoccupazione eccessiva per la propria salute, ma ci sono differenze nella loro definizione e classificazione. 
Il disturbo da sintomi somatici (o ipocondria psicosomatica) come definito nel DSM-5, riguarda sia la presenza di sintomi somatici che provocano disagio sia le loro conseguenze emotive, cognitive e comportamentali quali:
Nel caso dell’ipocondria psicosomatica, i sintomi fisici sono spesso attribuiti a una malattia grave o a una condizione medica pericolosa e sono vissuti in modo reale. Le persone con ipocondria psicosomatica possono cercare frequentemente l’assistenza medica, sottoporsi a numerosi esami diagnostici e visitare diversi specialisti nel tentativo di ottenere una conferma della presunta malattia.
Entrambi i disturbi sono caratterizzati da una preoccupazione eccessiva per la salute, ma il disturbo da sintomi somatici si concentra più specificamente sui sintomi fisici sperimentati. Se infatti i sintomi sono minimi o non sono presenti, la diagnosi appropriata è quella di disturbo d’ansia da malattia o ipocondria.
Le persone con ipocondria hanno una paura continua ma irrealistica di essere gravemente ammalate. Le malattie specifiche di cui si preoccupano, spesso, cambiano nel corso del tempo e si intervallano tra loro. 
Si deve inoltre tenere presente che alcune persone con ipocondria possono effettivamente avere una malattia fisica diagnosticata, ma possono ritenere che la loro condizione sia più grave di quanto non lo sia.
I sintomi dell’ipocondria includono:
1) evitamento di persone o luoghi a causa della preoccupazione di contrarre una malattia
2) ricerca costante di malattie e sintomi anche sul web (quando la ricerca ossessiva di sintomi si svolge su internet possiamo parlare di cybercondria)
3) esagerazione dei sintomi e della loro gravità (per esempio, una tosse diventa un segno di cancro ai polmoni)
4) elevato livello di apprensione per la salute personale e conseguenti possibili attacchi d’ansia
5) ossessione per le normali funzioni del corpo, come la frequenza cardiaca
6) condivisione eccessiva dei propri sintomi e del proprio stato di salute con gli altri
controllo ripetuto dei possibili segnali di malattia, come misurare la pressione sanguigna o la temperatura o altri check up
7) ricerca continua di rassicurazione dai propri cari sui sintomi o sulla salute
disagio nei confronti di funzioni corporee sane, come la sudorazione, che viene acuita ulteriormente nel circolo vizioso della preoccupazione e rimuginio dell’ipocondriaco (ne è esempio la sudorazione notturna da ansia)
8) variazione di peso: ipocondria e perdita di peso possono essere correlate all’ansia che la paura della malattia può provocare.
Da cosa nasce l’ipocondria? Le cause esatte dell’ipocondria non sono completamente comprese, ma si ritiene che sia influenzata da una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali. Tra questi vi sono:
1) predisposizione genetica: alcune persone potrebbero avere una maggiore probabilità di sviluppare l’ipocondria a causa della loro ereditarietà genetica
2) esperienze di vita: eventi stressanti o traumatici, come la perdita di una persona cara, un grave problema di salute o un’esperienza medica negativa, possono contribuire allo sviluppo dell’ipocondria 
3) stili di pensiero distorti: modelli di pensiero distorti, come la tendenza a catastrofizzare o drammatizzare i sintomi fisici
4) fattori psicologici: l’ipocondria può avere cause psicologiche che fungono da elementi predisponenti come un’idea di sé come fisicamente vulnerabile, problemi di autostima, insicurezza e paura dell’incapacità di controllare la propria salute 
apprendimento e condizionamento: l’osservazione di comportamenti ipocondriaci in familiari o l’accesso a informazioni mediche negative o catastrofiche possono influenzare il modo in cui una persona percepisce e interpreta i propri sintomi fisici
ambiente sociale: un ambiente sociale che enfatizza eccessivamente la preoccupazione per la salute o che attribuisce un alto valore alla malattia può aumentare il rischio di sviluppare l’ipocondria.
Anche l’epidemia di Coronavirus e la conseguente ansia da COVID ha costituito una delle cause per lo sviluppo dell’ipocondria, come evidenziato dallo studio di Wang e colleghi, dal momento che per lungo tempo si è parlato dell’alta contagiosità della malattia, così come dalle sequele a cui questa poteva portare. 
A ogni modo, le statistiche evidenziano che il 4-5% dei pazienti negli studi medici pubblici soffre di ipocondria; tuttavia, vi è un’elevata probabilità che la malattia da coronavirus possa aver causato tassi più elevati di ipocondria a causa della sua elevata prevalenza e delle sue dimensioni sconosciute. 
Uno dei disturbi d’ansia più comuni con cui l’ipocondria può essere correlata è il disturbo d’ansia generalizzata (GAD). Il GAD si caratterizza da una preoccupazione eccessiva e persistente su molteplici eventi o situazioni, accompagnata da sintomi come tensione muscolare, irrequietezza, difficoltà di concentrazione e disturbi del sonno. 
Altre condizioni con cui l’ipocondria può essere correlata includono il disturbo di ansia sociale e il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). In queste condizioni, l’ipocondria può essere considerata come una delle preoccupazioni specifiche che contribuiscono all’ansia generale sperimentata dalla persona.
La relazione tra disturbo ossessivo compulsivo e ipocondria può essere complessa. In alcuni casi, i pensieri ossessivi sulle preoccupazioni legate alla salute possono alimentare l’ipocondria, portando a un’ansia costante riguardo alla propria condizione fisica. 
Le compulsioni nel DOC possono anche portare all’assunzione di comportamenti correlati alla salute, come il controllo ripetitivo del corpo o la ricerca ossessiva di informazioni mediche, che possono sovrapporsi con l’ipocondria. 
Come abbiamo visto, l’ipocondria può essere una delle preoccupazioni che affliggono le persone con GAD, amplificando l’ansia generale e focalizzandosi sulla salute. Un’altra possibile correlazione si verifica con i disturbi di panico. Gli attacchi di panico e l’ipocondria sono due disturbi distinti ma, in alcuni casi, possono essere correlati.
La connessione tra attacchi di panico e ipocondria può essere spiegata in diversi modi: in alcuni casi, un individuo che ha vissuto un attacco di panico potrebbe sviluppare la paura di avere una malattia grave come conseguenza dell’esperienza spaventosa dell’attacco stesso. 
L’ansia e la paura associate agli attacchi di panico possono amplificare la preoccupazione ipocondriaca e portare a una maggiore attenzione ai sintomi corporei normali, interpretandoli erroneamente come segni di malattia. 
Allo stesso tempo, l’ipocondria può anche aumentare l’ansia e lo stress, che possono scatenare attacchi di panico. La preoccupazione costante per la propria salute può alimentare un circolo vizioso in cui gli attacchi di panico si verificano come risposta all’ansia ipocondriaca, alimentando ulteriormente la preoccupazione e l’ansia. 
È importante sottolineare che non tutte le persone con attacchi di panico sviluppano ipocondria e viceversa. Tuttavia, la presenza di uno di questi disturbi può aumentare il rischio di sviluppare l’altro. 
La relazione tra ipocondria e depressione può essere complessa e bidirezionale. Da un lato, l’ipocondria può contribuire allo sviluppo o all’aggravamento dei sintomi depressivi. La preoccupazione costante per la salute può portare a un aumento dell’ansia, dell’incertezza e del malessere emotivo, che possono influire negativamente sull’umore e sulla qualità della vita. 
La paura di avere una malattia grave può creare un carico emotivo significativo e aumentare la sensazione di disperazione. D’altra parte, anche la depressione può influenzare l’ipocondria. La depressione è caratterizzata da sintomi come tristezza persistente, perdita di interesse, sensazione di vuoto emotivo, perdita di energia e cambiamenti nell’appetito e nel sonno. 
Questi sintomi possono ridurre la capacità di una persona di gestire l’ansia e le preoccupazioni riguardo alla salute, rendendo più probabile lo sviluppo dell’ipocondria. La relazione tra ipocondria e depressione può creare un circolo vizioso in cui i sintomi di entrambe le condizioni si rafforzano reciprocamente. 
L’ipocondria nei bambini può presentarsi in modo diverso rispetto agli adulti. I bambini possono essere ipersensibili alle sensazioni fisiche e attribuire un significato esagerato a sintomi o piccoli disturbi comuni. 
È importante sottolineare che l’ipocondria nell’infanzia può essere influenzata dall’ambiente familiare: un contesto in cui i genitori sono ansiosi riguardo alla salute può contribuire allo sviluppo di tale disturbo nei bambini.
Nell’adolescenza, l’ipocondria può manifestarsi in modo simile a quanto accade negli adulti. Gli adolescenti possono essere particolarmente influenzati dai media, che spesso presentano notizie e informazioni mediche allarmanti. 
Questo può aumentare l’ansia riguardo alla propria salute e contribuire all’insorgenza di pensieri ipocondriaci. Inoltre, i cambiamenti fisici e psicologici in adolescenza possono far sorgere preoccupazioni riguardo all’aspetto fisico e alla conformità agli standard di bellezza, che possono alimentare l’ipocondria.
Nell’anzianità, l’ipocondria può diventare più comune a causa dei cambiamenti fisici e delle malattie croniche che spesso accompagnano l’invecchiamento. Le persone anziane possono essere più sensibili alle sensazioni fisiche e interpretarle in modo negativo, temendo che possano essere segni di malattie gravi. 
Inoltre, l’isolamento sociale e la perdita di amici o familiari possono contribuire all’ansia e alle preoccupazioni ipocondriache negli anziani.
SERGIO  DEMURU

3 Marzo 2024

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