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Lo sport e la Regione Sardegna

Lo sport e la Regione Sardegna. Due realtà unite da un sottile filo conduttore. Promuovere attività ludiche è il fine pensato ed imposto dalle istituzioni, che provano a valorizzare i bacini d’acqua artificiali dell’interno, i canali che si snodano sul territorio e gli stagni iscritti negli elenchi delle acque pubbliche della nostra Regione. Tutto deve però esser messo in sicurezza per la salute di coloro che dovranno cimentarsi. Un bel passo in avanti da parte degli organi regionali, che provano ad allontanare, soprattutto i giovanissimi, da quelle che sono le trappole quotidiane. Lo sport non è solo il calcio, tra l’altro ristretto ad un determinato numero di soggetti, ma è tanto di più. Vissuto in contesti all’aria aperta che permettono soprattutto scambi culturali e non solo. Il 16 febbraio la Giunta ha deliberato di mettere un po’ in ordine i dettagli per dare risposta alle varie richieste che si sono moltiplicate negli anni per sfruttare in qualche maniera gli spazi naturali che in Sardegna sono veramente tanti. Si potranno sfruttare gli specchi d’acqua per attività turistico-sportive. La delibera è stata presentata all’Assessore degli Enti Locali, Finanze ed Urbanistica, Carlo Salaris. Un passo in avanti non indifferente che consente di sfruttare per tutte le attività sportive gli spazi del demanio idrico regionale e finalmente di dare una risposta alle tante domande pervenute in Regione. idraulica. “Con questa delibera interveniamo in favore della promozione dello sport e di tutte le attività motorio-ricreative ad esso legate che si svolgono nei numerosi specchi d’acqua di cui la Sardegna dispone.-ha detto l’Assessore Salaris-Si andrà a disciplinare questo mondo, così importante per la salute e il benessere della persona e per la socialità in genere ed è un tassello fondamentale per lo sviluppo e per l’attrattività dei territori, che, nello specifico, si inserisce in un più vasto programma volto a incidere sullo sviluppo sociale ed economico degli specchi d’acqua adatti ad attività sportive, da portarsi avanti in collaborazione con i Comuni e le Comunità coinvolti e con l’Ente Acque della Sardegna”. Ci fu già una legge impostata nel 2006 che avrebbe dovuto disciplinare questo tipo di attività. Però in quell’occasione non fu redatto nulla a proposito di un eventuale transito di natanti o imbarcazioni utili all’attività turistica, ma anche sportiva. La giunta Solinas ora vuol colmare quella lacuna senza sprecare altro tempo. Poi ha continuato l’Assessore: “La nostra Regione è in possesso di un patrimonio idrico, naturale e artificiale unico nel quale le opere idrauliche, in particolare le dighe, hanno originato una importante trasformazione paesaggistica che oggi esprime un altissimo potenziale turistico. I nuovi laghi hanno per esempio impreziosito il paesaggio e gli ambienti delle loro sponde aprendoli all’ingresso di nuovi usi turistico-ricreativi: si tratta di usi, pur non prioritari, di grande interesse della collettività che richiedono un progetto di valorizzazione turistica di questi ambienti”. L’Assessore Salaris ha quindi concluso: “si aggiunge l’interesse crescente per l’uso plurimo dei grandi invasi artificiali testimoniato dalle oltre mille istanze pervenute nel solo ultimo anno per finalità turistiche e ludico/ricreative”.

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