Seguici sui social

Da assegnare

LA FISIOTERAPIA NELLO SPORT. L’importanza del benessere psico-fisico per l’attività dell’atleta.



L’attività dello sportivo, qualsiasi sia la disciplina che pratica, è caratterizzata da continui allenamenti, competizioni impegnative, ricerca di risultati e prestazioni perfette.Tutti gli atleti, durante la loro praticata sportiva, si sono sicuramente imbattuti in un trauma o in patologie da over-use, vedendosi costretti ad affrontare tali problematiche con il fisioterapista di riferimento. I piani di recupero proposti allo sportivo sono diversi rispetto a quelli proposti ai soggetti non atleti: si differenziano in intensità, in quantità e in qualità poichè l’obiettivo terapeutico ha la necessità di ripristinare al meglio le funzioni sportive in tempi veloci per ritornare all’attività agonistica.

Per rispondere in modo efficacie e tempestivo a questa necessità, nel tempo, quindi, la figura del fisioterapista in ambito sportivo si è evoluta insieme alle tecniche e alle modalità di allenamento. Fino agli anni 90, la figura del fisioterapista era confinata al lettino da massaggio a fine allenamento.

Nel corso degli anni, grazie allo sviluppo e al consolidamento della formazione universitaria, la figura del fisioterapista ha iniziato un percorso di crescita e specializzazione specifica in ambito sportivo che lo ha portato a diventare sempre più anello di congiunzione indissolubile tra l’atleta e la società sportiva. L’intervento del fisioterapista non è solo manuale e fisico ma influisce anche sul recupero psicologico e sull’autostima dopo un infortunio: il benessere psico-fisico è alla base della miglior performance dell’atleta, della minor incidenza degli infortuni e della capacità di conoscere le potenzialità del proprio corpo. Questa condizione positiva si ottiene mettendo in pratica un programma specifico da effettuare insieme al preparatore atletico e finalizzato al gesto atletico e al ritorno alla competizione. La compresenza delle due figure nelle società sportive è perciò fondamentale anche se purtroppo, talvolta, quella del fisioterapista è assente (data la scarsità di budget della società stessa) con la conseguente necessità dell’atleta di affidarsi al fisioterapista in maniera autonoma dal punto di vista economico.Nello sport i traumi più frequenti sono secondari a traumi o a over-use e i compartimenti più colpiti sono:

  • muscolare: stiramenti, strappi e distarzioni
  • articolazioni: distorsioni, lussazioni
  • osseo: fratture da stress e fratture da trauma diretto.

I trattamenti riabilitativi saranno differenti a seconda della diagnosi e al tipo di attività sportiva per il recupero del gesto atletico specifico.Alla base del protocollo riabilitativo è sempre presente l’esercizio terapeutico e la terapia manuale, poi vengono aggiunte terapie fisiche e tecniche di bendaggio come coadiuvati del risultato ottimale.

  • Terapia manuale: trattamento fisico utilizzato da fisioterapisti per trattare il dolore e le problematiche muscoloscheletriche; include principalmente il massaggio e l’allungamento muscolare, nonchè la mobilizzazione delle articolazioni.
  • Esercizio terapeutico: insieme di sequenze finalizzato al recupero del movimento globale dell’arto e non del singolo movimeto passivo. Si cerca il movimento attivo, fisiologico, non doloroso, che il paziente può gestire in maniera progressiva mediante esercizi specifici che lo portano al recupero totale e consapevole. Questo permette la memorizzazione del gesto e del corretto pattern motorio con la possibilità di recupero anche della necessaria forza muscolare.
  • Terapia fisica:
    • tecarterapia: mediante la radiofrequenza stimola il tessuto interessato il quale produce calore endogeno con importanti effetti biologici;
    • ultrasuoni: applicazione di onde sonore con importante capacità antinfiammatoria e antalgica;
    • Laserterapia: fascio di luce a potenza molto elevata ed importante effetto antalgico e riparativo a livello tissutale;
    • Elettroterapia: composta da diversi device a seconda di quello che vogliamo trattare.
    • Tens: elettrostimolazioni per una azione antalgica e antinfiammatoria e/o per recupero specifico iniziale di forza muscolare;
    • Onde d’urto: onde sonore a potenza elevata, molto efficaci in condizioni croniche o in presenza di calcificazioni tendinee;
    • Taping: tecnica di bendaggio funzionale utilizzata per stabilizzare un’articolazione, per drenare edemi ed ematomi, per avere un effetto antalgico. In base alla direzione, alla tensione e alla forma con cui viene applicato, determina un diverso fine terapeutico.

Calcio: considerato che il calcio è lo sport più praticato, gli infortuni che questi sportivi subiscono sono i più comuni e conosciuti.

  • Ginocchio: è il compartimento articolare più colpito da infortuni. In assoluto l’infortunio più temuto dal calciatore è la lesione del legamento crociato anteriore, che, oltre che essere doloroso, prevede spesso una soluzione chirurgica ed un protocollo specifico di fisioterapia per il recupero totale. Inoltre, questo è un trauma che tiene lontano dall’attività sportiva almeno 3 mesi dall’operazione. Altri traumi importanti al ginocchio sono le distorsioni con lesioni del menisco e del legamento collaterale: in questi casi i tempi di recupero e la scelta di protocollo terapeutico dipendono dalla gravità dell’infortunio, con possibilità di ritornao sul campo in tempi brevi. Nei calciatori giovani il ginocchio è colpito anche da una patologia da over-use, la Sindrome Osgood-Schlatter che consiste in in un processo degenerativo sulla tuberosità tibiale conosciuta anche come apofisite tibiale. Colpisce maggiormente i giovani atleti in età di crescita i quali effettuano allenamenti eccessivi e il tendine rotuleo viene sottoposto a carichi di lavoro importante con stress meccanico sulla zona inserzionale, conseguente formazione di sporgenza dolorosa e peggioramento progressivo nell’attività di salti e corsa. Molto importante la diagnosi precoce e l’intervento fisioterapico adeguato per non far attendere tempi troppo lunghi per la ripresa dell’attività sportiva.
  • Caviglia: le distorsioni sono i traumi più frequenti. Grazie a protocolli riabilitativi adeguati è possibile un recupero molto veloce laddove sia comunque rispettato il riposo iniziale deciso in base al grado di trauma. Anche il compartimento del piede ha patologie da over-use: in età di crescita sono molto frequenti le talloniti, dette Morbo di Server e in età adulta, invece, le tendiniti del tendine di Achille. Tendiniti ripetute e trattamenti non adeguati possono portare nel tempo a alterazione della struttura tendinea con rischio di lesione dello stesso tendine.
    • Lesioni muscolari: il compartimento muscolare degli arti inferiori dei calciatori è frequentemente sottoposto a sovraccarico se non viene pianificato un adeguato piano di esercizi di allungamento. Frequenti sono gli stiramenti muscolari che, in casi più importanti, possono diventare distrazioni e strappi. Altro infortunio muscolare molto frequente è la Pubalgia, riconducibile a microtraumi a carico dell’inserzione degli adduttori.

b.Ciclismo: Le problematiche del ciclista sono spesso secondarie alla postura che per tempi lunghi viene mantenuta in bicicletta. Molto importante diventa quindi la corretta posizione studiata con il biomeccanico e un appropriato programma di esercizi posturali e di allungamento per evitare complicazioni. Nel caso di sovraccarichi muscolari, i compartimenti maggiormente interessati sono a carico dei muscoli ileo psoas, tensore della fasciag lata e muscoli del rachide con lombalgie e cervicalgie.Il problema maggiore per i ciclisti sicuramente è il rischio di cadute.

c. Tennis: La patologia più frequente è sicuramente a carico del gomito definito anche “gomito del tennista”: è un’infiammazione a carico dell’inserzione dei muscoli dell’avambraccio provocata da uso eccessivo e da microtraumi ripetuti durante il gesto atletico. E’ molto importante cercare di prevenire il sovraccarico articolare, dato che una volta insorta la patologia è necessario un intervento multifunzionale con terapie fisiche, terapia manuale, esercizi e riposo. Un’altra articolazione interessata dal sovraccarico è il polso, che effettua continui movimenti di torsioni. A causa poi dei movimenti asimmetrici, dei gesti atletici esplosivi ed effettuati con forza e a scatti vengono facilitate problematiche sulla schiena ed eventi distorsivi su ginocchia e caviglie.

d. Basket: I movimenti repentini nei cambi di direzione sono spesso la causa dei traumi distorsivi a livello dell’arto inferiore. Le distorsioni di caviglia sono gli infortuni più frequenti e spesso causa di periodi di stop. Anche le tendiniti a carico del tendine rotuleo, del tendine d’Achille e della fascia plantare molto frequenti, secondari ,spesso, all’uso di scarpe sbagliate e terreni troppo duri.

e. Pallavolo-Pallamano: I movimenti ripetitivi dell’arto superiore portano a patologie infiammatorie e degenerative della spalla coinvolgendo prevalentemente la cuffia dei rotatori. Durante il gesto della schiacciata e della battuta, i muscoli della spalla sono particolarmente sollecitati con uno stress meccanico che può provocare danni da usura. Altre patologie frequenti sono le tendiniti a carico del ginocchio e i traumi distorsivi dell’arto inferiore.

f. Nuoto: Sono frequenti traumi da sovraccarico proprio come negli altri sport; considerata poi la diversità del gesto atletico dei quattro stili, avremo anche infortuni diversi in base al gesto maggiormente ripetuto. Le sedi articolari più interessate sono, dunque, la spalla, la schiena e il ginocchio. 

  • Spalla: gli infortuni a questo distretto articolare sono talmente frequenti da definire una patologia proprio “spalla del nuotatore“, nella quale abbiamo particolare interessamento del compartimento anteriore. In questa situazione si ha una perdita di stabilizzazione omerale dovuta principalmente ad affaticamento dei muscoli che si inseriscono sull’omero e sulla scapola. La spalla può essere inoltre soggetta a sindrome da conflitto subacromiale per alterazione delle strutture muscolo-scheletriche: molti studi infatti hanno evidenziato un’incidenza altissima di episodi dolorosi a carico della spalla, nei nuotatori professionisti, dovuta al conflitto che si crea tra omero e scapola durante la bracciata. In questo caso fondamentale è svolgere esercizi specifici da inserire in un programma di prevenzione.
  • Ginocchio: l’incidenza maggiore di dolore al ginocchio si ha nello stile di rana. Il sovraccarico si manifesta principalmente a carico del compartimento mediale.
  • Schiena: lo stile farfalla e rana son quelli in cui maggiormente si hanno manifestazioni dolorose. Infatti, il gesto delle braccia è accompagnato da sovraccarico della muscolatura lombare e delle strutture posteriori delle vertebre. Per diminuire questo problema è fondamentale un programma specifico di esercizi di stabilizzazione a scopo preventivo.

g. Danza classica: Le ballerine e i ballerini sono capaci di gesti artistici importanti dovuti a ore e ore di allenamenti allo scopo di portare al massimo elasticità e forza muscolare, equilibrio e leggerezza. L’attività spesso inizia in età molto giovane ed è tale da sviluppare anche particolari cambiamenti muscolo-scheletrici rispetto alla normale struttura fisiologica. Proprio per questo gli infortuni più frequenti sono dovuti a sovraccarico funzionale, i distretti maggiormente interessati sono: il rachide, i piedi, le caviglie e le anche.

  • Rachide: può avere sintomatologia dolorosa frequente a livello lombare per la posizione non fisiologica durante alcuni passi di danza ma anche per la sollecitazione con salti ripetuti. La postura eccessivamente corretta provoca invece dolori a livello cervicale e dorsale con diminuzione delle curve fisiologiche.
  • Piede: i traumi a livello dei piedi sono molto frequenti per l’uso delle scarpette, le quali, oltre a favorire formazioni di calli e vesciche, alterano anche la struttura ossea dell’alluce favorendone il valgismo. Il piede della ballerina è inoltre sottoposto a infiammazione dell’aponeurosi plantare provocando fasciti. Oltre a questi sovraccarichi molto frequenti sono anche distorsioni, traumi muscolari, talvolta anche fratture da stress.
  • Anca: il movimento en-dehors, tipico nell’esecuzione dei movimenti, o l’appoggio del peso del corpo su una gamba sola può favorire il dolore dell’anca. Un dolore riferito all’anca di origine muscolare, invece, può essere secondario a squilibrio muscolare a carico dei rotatori dell’anca: ileo-psoas, piriforme, sartorio e glutei.

h. Pattinaggio artistico e velocità: Se si pensa al gesto atletico delle pattinatrici viene in mente solo la possibilità dei traumi al livello dei piedi, invece anche altri compartimenti sono soggetti a sovraccarico: infatti la schiena, il compartimento anteriore della gamba e la sinfisi pubica possono dare situazioni dolorose.

  • Piedi: Si distinguono patologie tipicamente ortopediche come la pronazione del calcagno, l’alluce valgo; altre invece da infiammazione come le borsiti, la tendinite del tendine di achille, la fascite plantare, la calcificazione reattiva post-infiammatoria del navicolare del tarso e l’apofisite del calcagno. Considerato che molte di queste patologie sono di tipo infiammatorio e frequenti nei giovani atleti, è importante che sia posta attenzione all’esecuzione del gesto atletico, al tipo di pattino, ai paramorfismi già esistenti e alla distribuzine del peso sia statico che dinamico sul piede stesso.
  • Pubalgia: E’ più frequente nei maschi velocisti e secondaria spesso ad asimmetria degli arti inferiori, ad alterazioni funzionali del piede, a limitazione del movimento articolare dell’anca o ad ipotonia dei muscoli addominali.
  • Compartimento anteriore della gamba: Sintomatologia dolorosa dovuta ad un’eccessiva e prolungata contrazione dei muscoli tibiale anteriore e estensore di alluce e dita. L’impegno muscolare è tale da dare infiammazione dei muscoli con conseguente iperemia e edema del compartimento anteriore con aumento pressorio e successiva sintomatologia da ‘sindrome compartimentale’.
  • Schiena: Le problematiche sono di solito sul distretto lombare. Sono frequenti nel pattinaggio artistico e la causa è riconducibile a gesti atletici in eccesso della fisiologia del rachide e per i salti ripetuti.

i. Ginnastica artistica: Le ginnaste effettuano molte ore di allenamento quotidiano e, iniziando in giovane età, sono soggette a delle modifiche strutturali del corpo. Le patologie a cui vanno incontro sono da over-use, sia articolare che muscolare. I compartimenti più spesso sollecitati sono gli arti inferiori; anche altri distretti (come il polso) possono essere però particolarmente sollecitati.

  • tendine d’Achille: Le infiammazioni a carico del tendine di achille sono dovute a continui stress per i ripetuti salti e atterraggi. Le infiammazioni possono essere tali da interessare anche la facsia plantare.
  • Caviglia e piede: Articolazioni soggette a distorsioni più frequenti nei soggetti con lassità legamentosa e ancora non perfetto equilibrio e/o controllo del gesto atletico.
  • Ginocchio: Non è frequentemente interessato ma va menzionata la possibilità di trauma distorsivo con rischio di lesione del legamento crociato anteriore. L’esercizio di ribalta, volteggio e atterraggio sono situazioni di criticità per il compartimento del ginocchio.
  • Rachide lombare: E’ molto interessato nelle giovani atlete nella richiesta di escursioni articolari molto oltre la condizione fisiologica. Altre volte invece la sintomatologia dolorosa può essere a livello muscolare.
  • Polso: Il polso è soggetto ad una forza che è circa due volte quella del peso corporeo, quindi a sovraccarico articolare. Inoltre è molto importante una certa articolarità dello stesso in modo che possa avere tutta l’escursione articolare durante la fase di appoggio e l’evoluzione del gesto atletico.

j. Golf: Malgrado molti ritengono il golf uno sport non molto dinamico e più per persone adulte, prevede invece una comnponente atletica non indefferente, con movimenti molto dinamici e di ampia articolarità.

Per tali motivi le persone che praticano il golf sono esposti a patologie da sovraccarico articolare e stress muscolare.

Le cause più frequenti sono dovute a :

  • microtraumi e macrotraumi legati a occorenze accidentali come colpire il terreno con la mazza durante lo swing.
  • overuse per sovraccarico da ripetizioni del gesto atletice con intensità e\o frequenza eccessiva.
  • errori tecnici ripetuti nel tempo.
  • riscaldamento insufficiente.

Le patologie più comuni sono :

  • Gomito del golfista: dolore che interessa l’articolazione del gomito con infiammazione dei tendini dovuta ad impugnatura scorretta e alla ripetizione del gesto dello swing.
  • Lombalgia: dolore secondario a movimenti ripetuti in torsione aggravata alla componente di iperestensione oppure postura rigida in cifosi durante il movimento di oscillazione.
  • Dolore alla spalla: frequenti sollecitazioni alla cuffia dei rotatori nel gesto finale del movimento che il bastone supera la testa.
  • Alluce valgo: più frequente nelle donne per sollecitazione dell’appoggio del piede nella fase finale del gesto atletico e per il cammino su terreni con pendenze.
  • Infiammazioni del polso: secondaria ad impugnatura troppo alta con rischio di sofferenza del tunnel carpale.
  • SERGIO  DEMURU

12 Aprile 2024

Clicca per commentare

Scrivi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Show Buttons
Hide Buttons
info@sportesalutelive.it    redazione@sportesalutelive.it    Tel. 342 1449139    WhatsApp